Il mio sogno di diventare attrice è nato quando, adolescente, passavo solitari pomeriggi facendo i compiti e recitando sul palcoscenico della mia casa, dove vivevo mille vite inventando mille situazioni.

Oltre al fatto che mi piaceva, era anche per questo che volevo recitare. Per poter vivere il maggior numero di vite possibili.

Non ho avuto occasioni.
Non sono andate a cercarle perchè le situazioni contingenti della vita reale e il mio carattere pratico non mi hanno mai concesso "voli" di alcun genere.

In età adulta, quando gli impegni della famiglia e del lavoro si sono allentati, ho avuto le occasioni di cui ho parlato in queste pagine, e ne sono stata felice.

Ho sperato che si sviluppassero. Ma non è stato così.

E' normale che in una squadra non si giochi tutti nello stesso momento. La panchina è sempre inevitabile. Ma quando questa panchina si scalda troppo, bisogna umilmente riconoscere che se non ti chiamano, significa che per te non c'è posto in campo.
E sperare (per il tuo orgoglio) che sia soltanto per mancanza di occasioni e non per la tua incapacità.

Per questo umilmente ho deciso di "appendere il copione al chiodo".

Nel 2011 Adriana Dainotto, regista impareggiabile della Compagnia Tomât mi ha convinto a togliere il copione dal chiodo.
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26 Ottobre 2008